“La Fine come Inizio” è la madre delle sedici sorelle.
Potremmo dire che lei è un tutt’uno con il “Circolo del Divenire”.
I filosofi buddisti e i filosofi greci ci hanno insegnato che ogni cosa procede dal vuoto e vi ritorna, in un incessante ciclo senza fine.
Questo ciclo è denominato dai buddisti samsara; è determinato dai tre difetti mentali principali che sono ignoranza, desiderio, avversione.
Il nirvana opposto al samsara è l’estinzione di questi tre difetti mentali, con la conseguenza dell’ottenimento della liberazione dal ciclo samsarico che può essere ottenuto anche in vita, non si ottiene la liberazione necessariamente in conseguenza della morte fisica.
Questi ottenimenti avvengono grazie a un processo graduale di conoscenza che porta il soggetto a una graduale illuminazione (conoscenza della vera natura delle cose) e di un altrettanto graduale affrancamento dal desiderio e dall’avversione, che sono via via riconosciuti come veleni della mente, e causa di un piacere illusorio e di una sofferenza inevitabile, così come inevitabile è il dolore al momento del distacco dai nostri beni, dalle persone care, dal nostro stesso corpo al momento della morte, per portare come unico esempio quello che è un momento certo della nostra vita: il momento della nostra morte.
Proprio in quel momento “la Fine come Inizio” esprime una verità inequivocabile, ciò che appare come una fine, non è che pura apparenza, così come lo è stata la nostra vita, perché la fine non è altro se non un nuovo inizio e dunque nulla può realmente finire, se non le nostre illusioni del momento, mentre la nostra coscienza proseguirà in un percorso che non ha tempo, senza inizio e senza fine, da tempi immemorabili, alla ricerca del vero SE’ che è un essere universale, l’altro volto di NOI STESSI.
Andremo verso un nuovo stato di esistenza, verso quella direzione che è la nostra, in quella direzione auguro a tutti voi di incontrare un Buddha o un Maestro illuminato come Lama Gangchen Tulku Rinpoce, o come qualunque essere veramente spirituale, connesso a qualsivoglia forma di spiritualità o di religiosità, perché quella vera non ha alcuna forma e le possiede tutte, come la nostra ultima figura “la Fine come Inizio” che possiede la forma della vacuità e tutte le forme rappresentate in sintesi dalle 16 sorelle.
Interpretazione
Identica nella forma a “Noi e Gaia” ne rappresenta la sua controparte sottile.
E’ l’elemento primo, l’elemento spazio, dal quale sorgono i quattro elementi. L’uno è la madre gli altri sono i figli.
Immaginiamo poi che questi quattro figli abbiano a loro volta generato le 16 sorelle, le figure geomantiche di cui ci occupiamo in queste pagine.
Mentre “Noi e Gaia” manifesta il ciclo della natura, una ripetizione senza fine di fenomeni sempre uguali, “la Fine come Inizio” ci mostra per così dire il momento della creazione, un momento particolare dove le cose vengono generate, per essere poi affidate alle cure di “Noi e Gaia” che sostiene la vita degli esseri generati dalla madre.
Come suggerito nella figura “Noi e Gaia” e come spiegato nel metodo in determinate circostanze possiamo lanciare ancora un dado a seguire le 4 serie di lanci di 4 dadi.
Se la faccia superiore del dado mostra il numero uno:
in questo caso possiamo deciderci a concludere una situazione ormai logora e a iniziarne una nuova. E’ possibile che le circostanze si muovano in questa situazione a prescindere dal nostro atteggiamento. E’ comunque un primo passo alla ricerca di una nuova situazione, che prima o poi finirà per manifestarsi.
Se la faccia superiore del dado mostra il numero due:
siamo in un vortice di dubbi e non riusciamo a liberarci da questo circolo vizioso. E’ necessario compiere un grande sforzo e uscire da questo vicolo cieco.
Se la faccia superiore del dado mostra il numero tre:
si manifesta un grosso desiderio, impulso interiore a cambiare, potrebbe rimanere potenziale o no a seconda di come gli eventi esterni si compiono, non dipende solo dalla nostra volontà, giungere a un cambiamento a un nuovo inizio.
Se la faccia superiore del dado mostra il numero quattro:
il cambiamento è alle porte, siamo maturi e pronti per comprendere e realizzare il necessario cambiamento sulla base della nostra unica determinazione.
Se la faccia superiore del dado mostra il numero cinque:
non vogliamo assolutamente affrontare il cambiamento che è assolutamente necessario e opponiamo tutta la nostra resistenza, nel tentativo di rimandare il più a lungo possibile l’inevitabile.
Se la faccia superiore del dado mostra il numero sei:
stiamo vivendo serenamente una svolta sia essa determinata dalla nostra volontà o sia una conseguenza di determinate cause che abbiamo messo in atto da tempo, consapevolmente o no.