Elementi di Meditazione
Ogni figura, anche quando, come in questo caso, è considerata tendenzialmente negativa, ha sempre il suo lato positivo. Quando la vita vi porta inevitabilmente alla competizione, come quando dobbiamo vincere un concorso di lavoro, o una gara, ricordiamoci sempre di usare le armi proprie, le armi della determinazione leale.: senza lealtà non vi è vittoria, ma sopraffazione, li sta la differenza.
Ricordiamo, ogni cosa è parte di un ciclo, e tutto ciò che appartiene ad un ciclo è necessario, solo il nostro abuso di tale energia la rende negativa. La nostra visione erronea delle cose e dei fenomeni, il nostro senso di separazione dal mondo e dagli esseri è ciò che fa di essa una figura negativa.
Incarna in modo evidente il senso dell’IO, di separazione, che ci spinge alla competizione. Questo specificatamente per i popoli occidentali, meno per gli orientali, almeno teoricamente, perché questi ultimi hanno una cultura basata sulla conoscenza del vero Sé, una concezione del mondo che fa dell’EGO la fonte principale della sofferenza del genere umano.
Sovente nella vita vi sono momenti di contrapposizione, per noi occidentali la competizione è si può dire uno stile di vita. Questo è un eccesso pericoloso, basato su falsi presupposti, su una visione del mondo erronea, di fatto è basata sull’ignoranza.
Il Buddha ci ha parlato di tre difetti mentali che stanno alla base della nostra sofferenza, qualunque essa sia, anche fisica: l’ignoranza, il desiderio, l’avversione.
Questi stessi concetti li troviamo alla base dell’Ayurveda e della medicina tibetana che ha fatto tesoro dell’antica sapienza indiana dell’Ayurveda.
La figura “l’Amore, la Condivisione”, esprime un’energia femminile (yin) che si oppone e si completa con quella maschile (yang) della figura in esame.
E’ certo, da sempre, l’uomo cerca la donna e viceversa, per completarsi nella più piccola e prima forma del NOI. Nel Circolo del Divenire , sono separate dalla figura “l’Errore, la Perdita”; è quindi l’errore che le ha separate, facendo sentire bruciante il senso di perdita. Errore dovuto al senso eccessivo dell’IO rispetto al NOI. E’ un errore che sovente paghiamo con l’infelicità. La ricerca di un compagno/a è dunque il primo passo verso la completezza che risiede nell’intero e non in una parte. L’intero è il cerchio, è “Noi e Gaia”, la figura che unisce l’uomo e la donna per generare il seme che essa rappresenta. Da quel seme nasce la nostra vita, quella dei nostri figli e di tutti gli esseri. Genitori e figli in quest’epoca troppo sovente sono in contrapposizione, quasi estranei gli uni agli altri: meditino entrambi questa figura e capiscano una volta per tutte, che gli uni non possono esistere senza gli altri, e viceversa. Perché anche i genitori sono stati figli e non potrebbero essere tali senza prima essere stati a loro volta figli, così vuole la natura.
Per essa l’unione tra genitori e figli è SACRA, sopra ogni cosa. Così deve essere anche per noi. Solo il Kali Yuga e l’estrema ignoranza può renderci cechi e sordi al richiamo dell’appartenenza allo stesso seme ed essenza, al seme della nostra umanità.
Con la figura “la Separazione la Competizione” finisce il Ciclo minore del Divenire (rappresentato nella foto qui sotto).
Interpretazione
Terza sorella dell’elemento Fuoco. La sua forma ricorda la punta di una freccia rivolta verso il basso, ed ancora la parte inferiore di una vanga, specificatamente la parte in metallo.
Rappresenta poi ogni tipo di lama e più in generale, le armi. Astrologicamente collegata al pianeta Marte.
In entrambi i casi, abbiamo una forma che produce la possibilità di incidere, di separare. La freccia scoccata da un arciere, incide il bersaglio, sia esso un pezzo di legno, una preda, o un nemico; la vanga la terra.
Entrambe da moltissimo tempo aiutano l’uomo a procurarsi il sostentamento per vivere, il cibo. La freccia portava all’uomo la cacciagione, la vanga permette di coltivare la terra, che gli fornisce, in conseguenza, in momenti e stagioni differenti, frutta e verdura.
Rappresenta un’energia forte che ha come “scopo principale” la sopravvivenza, la difesa della vita.
Questa energia, tende a separare, a dividere ciò che era unito. Ne consegue la contrapposizione, che genera competizione.
Abbiamo l’espressione di un’energia che vuole raggiungere il proprio scopo anche e soprattutto attraverso la lotta, un’energia che sostiene l’IO, che cerca di accrescerne il poter.
L’IO da una parte, il mondo dall’altra, una contrapposizione apparentemente naturale, l’essere umano si sente e si crede separato da ciò che lo circonda, anche se le cose non stanno esattamente così. La lotta che pone in essere tale energia può essere benefica o malefica a seconda dell’uso che se ne fa, a seconda della motivazione che sta alla base e che la sostiene. Un coltello al esempio è utilissimo per tagliare il pane, pericolosissimo se rivolto verso un uomo, per offendere. Anche la semplice disattenzione ci può creare una ferita, un danno.
E’ dunque un’energia da utilizzare con la dovuta cautela solo quando necessario.
Se volessimo sapere se un nostro collega di lavoro, di cui non riusciamo bene a capire il comportamento, può essere pericoloso, “la Separazione, la Competizione ” ci dice che questa persona non stà sicuramente dalla nostra parte.
Se una ragazza volesse sapere che tipo è il ragazzo che ha appena conosciuto, saprebbe che è un “maschio” poco incline al sentimentalismo, probabilmente sanguigno . potrebbe essere tendenzialmente un prevaricatore, magari geloso e possessivo, una persona che può in casi limite eccedere, diventare violento, magari solo verbalmente. Per assicurarsi di tale situazione, può essere bene lanciare ancora una volta i dadi, qualora esca come figura “la Rabbia, l’Avversione”, o ancora “l’Egoismo radicale, la Via della terra”, il rischio sarebbe molto forte: siamo di fronte ad una persona tendenzialmente portata a manifestazioni di eccesso, se non di violenza vera e propria, perciò attenzione.
Questo avvertimento lo abbiamo già dato precedentemente.
Se volessimo sapere se un amico è nostro rivale in amore, la risposta ci deve mettere sul chi va là.