Ogni giorno sentiamo parlare di Globalizzazione. Con questo termine si intende indicare delle dinamiche di unificazione soprattutto a livello economico, ma anche politico, sociale e culturale.
Questo termine sottintende processi che dovrebbero coinvolgere l’intero globo, e non solo parti di esso.
Mentre ci sono istituzioni e poteri forti che orientano i fenomeni globali, ci sono anche istituzioni deboli che li subiscono.
Se ci fosse una movimentazione realmente unificante, equilibrata, giusta, sostenibile a livello planetario, verrebbero a decadere tutta una serie di problematiche, che nascono e si insediano in una realtà che di fatto è ancora frazionata. Con questa dinamica di globalizzazione i problemi, non solo non si risolvono, ma sembrano invece moltiplicarsi, farsi più pesanti, pericolosi, addirittura catastrofici.
Problemi come ad esempio il surriscaldamento planetario, sono globali. Nessuna barriera nazionale, territoriale può fermarli, limitarli e sono causati da tutti i paesi “civilizzati”, industrializzati, dagli stati più forti e avanzati, dai poteri forti che li governano. Solo il buonsenso di tutti, solo l’azione correttiva di tutti, indifferentemente, può risolvere nel tempo questa problematica planetaria globale.
L’umanità è chiaramente vicinissima ad un punto di non ritorno. Non lo affermiamo solo noi, ma gli scienziati e financo l’ONU. Sì, l’Organizzazione delle Nazioni Unite, proprio parlando del surriscaldamento del pianeta, dice che stiamo superando il punto di non ritorno; che si deve immediatamente cambiare rotta o sarà troppo tardi, i cambiamenti saranno irreversibili.
Ma non esiste solo questo problema.
Ogni anno il pianeta è in grado di sostenere tutti gli esseri viventi.
E’ in grado di sostenere la vita di tutti gli umani, “suoi figli”, con cibo e acqua, con materie prime, è in grado di fornir loro energia, riscaldamento. Il problema che nessuno vuole vedere, né gli stati, né i loro cittadini (cioè, ognuno di noi) è il fatto che di acqua ce n’è sempre meno, non c’è cibo per tutti, né energia sufficiente per tutti. I beni e le ricchezze non sono per tutti. O meglio non sono distribuite con equità, con equilibrio, con senso di umanità, di responsabilità.
Tutto ciò che il pianeta ci offre, sia che si parli di terreni coltivabili, sia che si parli di risorse, appartengono, da un certo punto di vista, ad un continente, ad una nazione, ad uno stato, al lavoro dei suoi cittadini.
Ma cosa siano le proprietà, di uno stato o di un cittadino, sono le leggi di quello stato a determinarlo. Stati diversi, leggi diverse, leggi non naturali, ma umane, discutibili.
Solo le leggi naturali sono uguali ovunque. Possono essere anche crudeli e portare a fatti cruenti come un terremoto od uno tsunami, ma sono uguali per tutti, non sono discriminatorie.
Le leggi degli umani sono sempre state discriminatorie, migliori o peggiori, ma certo non uguali per tutti.
Solo un ingenuo potrebbe sostenere il contrario.
A ben vedere le leggi umane sono molto discutibili, se ne consideriamo gli effetti. Se guardiamo dove ci hanno portato. Le leggi sono la guida di uno stato, o di più stati confederati, al loro fianco ci sono leggi sovranazionali e valide per tutti, riconosciute da tutti, dall’O.N.U. ad esempio. Queste ultime sono molto più sagge e sensate, peccato che siano sovente inascoltate, inattuate.
Da un altro punto di vista, invece, le risorse del pianeta sono di tutti, senza discriminazioni, certo questo in una visione veramente globale, comunitaria.
La storia degli uomini è purtroppo, soprattutto una storia di soprusi e ingiustizie, di corruzione, ed ancora di genocidi, in nome di una superiorità di razza o dell’egoismo individuale, per appropriarsi di beni che “madre terra” ci elargisce sulla base di leggi naturali che non stabiliscono altro se non il potere indiscriminato di crescere e di decrescere, di vita o di morte.
Sono poi gli esseri viventi che fanno uso di ciò che tali leggi producono.
Gli umani sovente abusano di tali leggi.
Questo abuso ha determinato e determina tutti i problemi che vediamo.
Per finire possiamo dire che i problemi sono sempre più globali anche perché la rete, internet, gli ha dato maggiore risonanza, cioè ha portato a “tutti” una incredibile quantità di informazioni, di ogni genere.
Informazioni anche di altissima qualità, con un elevatissimo potere comunicativo e didattico.
La rete internet, sempre più globale, ha creato un livello di conoscenza, e di conseguenza di consapevolezza assolutamente impensabile solo 20-30 anni fa.
E’ la rete che sta rivoluzionato il mondo, la rete inizia a portarci verso una globalizzazione diversa di cui ancora non siamo consapevoli.
Qui abbiamo solo dato un accenno che verrà ampliato in altre pagine del sito, parlandovi di uno stato di nuova consapevolezza dell’essere umano, atto a sviluppare nuovi modi di essere e percepire la Globalità, per avvicinarci al punto Omega di cui parlava Pierre Teilhard de Chardin, uno dei tre testimonial del nostro “Progetto Gaia”.
Questo nuovo stato noi lo indichiamo come GLOBALIZZAZIONE CONSAPEVOLE.
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